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Il più bello dei mari è quello che non navigammo

Il più bello dei mari è quello che non navigammo


Il più bello dei mari è quello che non navigammo, recita una poesia di Nazim Hikmet, e posso dargli ragione visto che mi trovo a navigare in un mare non proprio confortevole, direi anche molto mosso, burrascoso.

Una similitudine, che però non rende l'idea.

Tramonto sul Golfo di Gaeta

Il mio lavoro di copywriter in questi mesi è stato messo a dura prova, per via di un grosso problema familiare.

Mi sono buttato in questa nuova professione su esortazione di mia moglie che ha un'esperienza decennale nel settore, e sto iniziando a capirci qualcosa da poco.

La sua è stata una richiesta di aiuto, ed io l'ho presa non proprio al volo, con un po' di diffidenza, ma la vita riserva dei momenti in cui si possono fare delle scelte non sempre facili che prospettano la tanto agognata sicurezza o lo status.

Il mese scorso eravamo a colloquio con un medico rianimatore, e volevamo notizie sullo stato di salute di mia suocera ricoverata già da giorni in una situazione molto delicata e precaria.

Il discorso era lungo, e non ricordo bene di che cosa si stava parlando, e non ricordo la frase che ha innescato la domanda.

Il medico, domanda a mia moglie: ''Lei di che cosa si occupa?''

''Sono una blogger'', risponde lei sicura, mostrando un sorriso appena accennato.

Il medico risponde confuso, ma non troppo: ''E' un lavoro remunerativo?''

Probabilmente nemmeno sapeva di che cosa si stava parlando, quindi ha domandato se era o non era, un lavoro che generava profitto. Forse per capire chi aveva davanti.

Non era confuso come una giovane di qualche mese fa impiegata alle Poste, che dovendo scrivere la mia attività lavorativa in un casellario, scrisse blogher o una cosa del genere, domandandosi cosa fosse, con tanto di occhi semi chiusi, come a sottolineare la confusione mentale del momento, chiedendo lumi ai colleghi di fianco, che le rispondevano: ''Sarà tipo un giornalista, o una cosa del genere.''

Dai, qualcosa che si fa da casa, e gestisci come ti pare e piace, potrebbero pensare tanti.

La risposta di Valeria non si lasciò attendere, e fu schietta, accompagnata da un sorriso composto di circostanza: ''Dà tante soddisfazioni''.

Quella risposta mi ha profondamente colpito, ed insegnato tanto, anche a valorizzare quel lavoro che si svolge e passa inosservato quasi a tutti.

Ritornando alla poesia di Hikmet, si legge:  

...il più bello dei nostri figli non è ancora cresciuto.


E questo posso confermarlo anche se sono certo che l'anima del nostro, o la nostra figlia, è nella Gloria di Dio da quando la gravidanza di mia moglie si è interrotta dopo pochissime settimane.

Ora blu sul Golfo di Gaeta

...i più belli dei nostri giorni non li abbiamo ancora vissuti.


E spero vivamente che sia così, e voglio crederci veramente così da sperare sempre nel meglio per noi come coppia, sia nella vita privata che lavorativa.
Dire di aver vissuto il meglio ora, è sinonimo di chi getta la spugna e si arrende alla vita.

...e quello che vorrei dirti di più bello non te l'ho ancora detto.


E' difficilissimo fare previsioni su questo, e spero di fare e di dire sempre qualcosa di bellissimo alla mia famiglia, che però non cada nello scontato e nel patetico, e che il mio affetto e le mie attenzioni siano sempre più forti ogni giorno che passa, nei confronti di chi amo.

Tramonto sulla Cipresseta di Fotegreca

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